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L’ultima follia di Enrico Ruggeri

L’ultima follia di Enrico Ruggeri

E’ uscito All in, il nuovo triplo album griffato Enrico Ruggeri, grande musicista, compositore, cantante dalla voce inconfondibile ed eclettico personaggio del mondo dello spettacolo. Potremo vederlo dal vivo mercoledì sera, 3 luglio, alla Villa Reale di Monza. Il suo concerto sarà una grande festa e promette sorprese a chi, da anni, lo segue con ammirazione. Un lungo tour farà seguito a questo atteso incontro e noi, dopo averlo intervistato già poco più di un anno fa, abbiamo avuto la possibilità di parlare di nuovo, da vicino, con un uomo davvero gentile, affascinante e sempre disponibile. Che senso ha chiamare un album ‘All in’? Significa che ‘qui dentro c’è tutto’. In inglese. Già, ma il sottotitolo è ‘L’ultima follia di Enrico Ruggeri’. Perché? Perché esce un triplo con non solo tanti brani di successo, il classico best, ma con frutto dell’ingegno. Davvero? Spiega meglio! Un CD è una colonna sonora di un film che uscirà, solo strumentale e quindi è un debutto, una novità assoluta nella mia vita. Poi ci sono tutte le cose strane, le cover, che ho fatto di sera lo scorso anno. E il terzo è un album di duetti realizzato grazie a ospiti stranieri, contattati tramite MySpace, che hanno tradotto dei miei brani ma che non io ho mai conosciuto. Poi c’è una canzone con mio figlio. E’ stato difficilissimo convincerlo a lavorare con me e sarà anche l’ultima, siamo molto lontani. Cosa vuoi dire? Non avete gli stessi gusti? Beh, quella che faccio io non è nelle sue corde, lui preferisce cose diverse ed è giusto che sia così. E’ giovane. Ovvero? A lui piace pressappoco la musica che piace a me, ma è di cultura rastafari e fa musica diversa dalla mia, però ascoltiamo anche la stessa musica. Comunque lui è molto schivo ed è restio a fare cose con me per non vivere come ‘figlio di Ruggeri’. Giustissimo! Quanti anni ha? Ha 19 anni. Torniamo a te. Cosa ci farai sentire alla Villa Reale di Monza? Quando suono dal vivo, in tour e nei concerti, la scaletta viene decisa 20 minuti prima di salire sul palco, più o meno. Questo è possibile avendo una band molto collaudata: decidiamo sempre all’ultimo momento che cosa fare ma è sempre una esecuzione di canzoni, con brani che la gente vuole sentire, e cose che tu vuoi proporre. Chi ti aspetti di trovare come pubblico? A Monza di sicuro chi va ai miei concerti lo fa perché gli piacciono tante cose. Nel mio caso, dopo i primi pezzi non si sa ancora se sarà una serata punk, jazz o altro. Ho la fortuna di avere musicisti che mi assecondano: venire a un mio show è come andare a vedere 3 o 4 artisti differenti. Se un artista straniero mi chiede che musica faccio, io non so mai cosa dirgli. E il pubblico cosa può aspettarsi da te? A parte le sorprese, rivisiterò canzoni tratte da Rock Show, il mio album precedente, rivisitate e definite World Show. Quindi brani tratti dagli ‘Incontri, ovvero canzoni live e cover registrate durante il mio ultimo tour e infine parte della colonna sonora scritta per il film Volata finale, che ha per regista un albanese, Gjergj Xhuvanidi. E’ un film intenso e divertente e lo dirige un uomo di grande talento, a mio avviso. Ti giochi davvero tanto, con queste ‘follie’. Non temi di perdere pubblico? Proprio per questo il triplo album si chiama ‘All in’. Significa ‘tutto dentro’ ma è anche un termine tecnico col quale i giocatori di poker annunciano di volersi giocare tutto, per vincere o rovinarsi fino all’estremo. Beh, comunque sai suonare qualcosa, no? Un futuro ce l’hai… Io suono tutto, ci sto dentro in tutte le cose! Ho cominciato facendo il bassista, ora qualche volta suono chitarra o pianoforte, mi serve per comporre. Ma non sono bravo a suonare: sono un buon chitarrista rock d’accompagnamento, tutto qui. Meglio continuare così, allora. Prossimi impegni? Intanto una cinquantina di concerti li farò e saranno le mie vacanze, perché mi diverto molto. Poi farò due trasmissioni televisive, una con History Channel in cui sarò la voce narrante, in italiano, di un documentario fatto dalla BBC sulla storia della musica rock. Ehi, bello! E poi? E poi farò un programma su Italia 1 che si chiama Mistero. Strano titolo. Chi l’ha pensato, tu o te l’hanno chiesto? Come sempre nei gruppi di lavoro che funzionano non si sa chi ha avuto l’idea: era il titolo di una mia canzone in cui si trattava dell’amore senza mai nominarlo. Qui, ovviamente, ci si riferisci a cose strane. Sei un appassionato di stranezze? Già con Bivio, altro programma televisivo fatto con Italia 1, avevo trattato il paranormale e l’argomento mi aveva incuriosito. E’ particolare. Io non sono né scettico né credulone ma ho voglia di sapere. Anche questo sarà un debutto e i debutti sono le cose che mi divertono di più. A proposito di misteri, conti di parlare della data di cui tutti parlano, il 2012? Sarà la prima puntata. Certo, non si arriva mai veramente fino in fondo- Sapremo solo il 21 dicembre 2012 se il mondo finirà. Dove ti piacerebbe essere quel giorno? Sul palco. Per un concerto finale, senza il problema di prenotare il ristorante.